Arte contemporanea – Marco Di Giovanni

MONTE BIANCO

Tutte le moleskine, le agende rese famose da Chatwin e rimaste simbolo del viaggio, sono aperte sulla stessa pagina: quella con il planisfero suddiviso in fusi orari, stereotipo quotidiano di spazio e tempo. Con la giusta matita aggiungo segni che si mimetizzano con quelli stampati della mappa fino a confonderne la visione. Questa volta il viaggio non si svolge verso un luogo preciso e non si sa bene neanche quando si partirá.
Dalla visione complessiva del lavoro, dalla confusione di linee disegnate sulle tante mappe, trasparirá all’interno della baita l’esterno dell’orizzonte: il profilo montuoso con la cima del Monte Bianco. Ma il lavoro è montato ad angolo, è l’interno di uno spigolo: la convessità della grande montagna diventa concava accogliendoci tra le mura di una baita. Il luogo fisico e limitato dal tempo dell’esperienza diventa un eterno accessibile, il viaggio c’è già stato: si è elevata la coscienza senza aver mosso un passo. L’oro copre punti sulle mappe ormai inutili per svolgere la sua ancestrale funzione di alchemico mezzo di trasporto.

Marco Di Giovanni